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La iodoprofilassi nei primi 1000 giorni di vita

La iodoprofilassi nei primi 1000 giorni di vita per la salute della mamma e del bambino

Pubblicato il lunedì 18 Dicembre 2023

Nel mese di maggio in cui tradizionalmente ricorre la settimana mondiale della tiroide, per la prevenzione delle patologie che possono colpire quest’organo fondamentale per la salute, desideriamo ricordare l’importanza della “iodoprofilassi” in tutte le fasi della vita ed in particolare nelle donne in età fertile, gravidanza ed allattamento per la salute del nuovo nato.

Vuoi sapere di cosa si tratta e/o trovare informazioni utili?

Ti invitiamo a leggere le domande e risposte appositamente create e a consultare la sezione “fonti e approfondimenti”, in fondo alla pagina, per trovare tantissime informazioni e materiali utili, inclusi video sull’educazione alimentare realizzati dall’AULSS 9 Scaligera come “pillole di salute” e link dei siti regionali sulla salute della famiglia dal pre-concepimento ai primi 2 anni di vita del bambino/a.

Lo iodio è un micronutriente essenziale a partire dal quale la tiroide, ghiandola endocrina posta alla base del collo, produce gli ormoni tiroidei.

Questi ormoni regolano numerosi processi metabolici (tra cui il metabolismo basale) e svolgono un ruolo importantissimo nelle prime fasi di crescita e nello sviluppo di diversi organi, in particolare del cervello. Inoltre, influiscono sull’acutezza mentale, sulla parola e sulla condizione di capelli, unghie, pelle e denti.

Sono buone fonti di iodio il pesce di mare, i molluschi, le alghe, l'aglio, i fagioli, i semi di sesamo, i fagioli di soia, gli spinaci, le bietole, le zucchine bianche, le cime di rapa. Anche il latte costituisce una fonte importantissima di iodio alimentare. In misura minore si trova nelle uova, nei prodotti lattiero caseari, nei cereali e nella carne.

La cottura riduce il contenuto di iodio.

Il modo migliore per aumentare la quantità di iodio che introduciamo ogni giorno è quello di utilizzare, nell’ambito di una dieta variata e bilanciata, il sale arricchito di iodio al posto di quello comune.

Lo iodio viene assorbito dalla pelle e dal tratto gastro-intestinale. Attraverso il circolo ematico raggiunge la tiroide che ne trattiene una parte, mentre la parte rimanente viene eliminata per via renale attraverso le urine.

Nel caso di insufficiente assunzione di iodio, la tiroide non è in grado di produrre quantità sufficienti di ormoni tiroidei. Questo può portare, in tutte le fasi della vita, a manifestazioni cliniche più o meno importanti. In assenza di iodio la tiroide compensa aumentando visibilmente il suo volume, creando la condizione clinica nota come gozzo e una carenza iodica prolungata può portare all'ipotiroidismo.

Le conseguenze più gravi si hanno quando questa carenza si verifica durante la gravidanza, l’allattamento e l’infanzia con aumentato rischio di aborto, malformazioni congenite, mortalità perinatale, disturbi della sfera cognitiva e ritardo dell’accrescimento.

Si comprende pertanto l’importanza di prevenire la carenza di iodio per mezzo della iodoprofilassi.

La quantità assunta con gli alimenti spesso non è sufficiente a garantire un apporto giornaliero adeguato. Per questo motivo, buona parte della popolazione, se non integra in altro modo l'assunzione di iodio, può considerarsi a rischio di sviluppare disturbi della tiroide.

La iodoprofilassi consiste nell'integrazione di iodio nell'alimentazione per assicurarne la giusta quantità giornaliera. Il metodo più efficace ed economico consiste nell'usare, nell’ambito di una dieta variata e bilanciata, sale iodato al posto del comune sale da cucina.

La prevenzione del gozzo endemico e delle patologie da carenza di iodio è stata oggetto della Legge 55/2005 promossa dal Ministero della Salute in quanto obiettivo prioritario dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e della Food and Agricolture Organization (FAO).

Il sale arricchito di iodio è del comune sale da cucina a cui sono stati aggiunti dei sali di iodio. Il sapore e il colore rimangono inalterati. Deve essere disponibile in tutti i punti vendita di generi alimentari e la sua presenza sugli scaffali o nei prodotti che lo contengono è evidenziata da appositi loghi del Ministero della Salute.

Per evitare quanto più possibile perdite di iodio, è consigliabile conservarlo in un luogo fresco, al riparo dalla luce e dall’umidità.

L'assunzione giornaliera di iodio consigliata dai LARN (Livelli di Assunzione giornalieri Raccomandati di Nutrienti per la popolazione italiana) è di 150 microgrammi per gli adulti e aumenta in gravidanza e durante l’allattamento.

Il sale iodato va utilizzato come il normale sale da cucina e nelle stesse dosi, tenendo conto che ogni grammo ci fornisce 30 microgrammi di iodio (ovvero, nel caso di un individuo adulto, 1/5 di quello che è necessario assumere ogni giorno). È molto importante ricordare, però, che esagerare con la quantità di sale è dannoso per la salute in quanto aumenta il rischio di sviluppare ipertensione arteriosa, malattie cardiovascolari e renali. L’importante è quindi usare poco sale (non più di 5 grammi al giorno negli adulti), ma iodato!

Un dato interessante è che il consumo di almeno una tazza di latte al giorno è in grado di fornire la metà del fabbisogno iodico giornaliero e più di un terzo del fabbisogno ottimale durante la gestazione. Da recenti dati raccolti nella regione Veneto è emerso che il consumo giornaliero di latte, assieme all’utilizzo di sale iodato consente di raggiungere i livelli di iodio raccomandati in età scolare. Le ragazze in età scolare risultano consumare meno latte rispetto ai loro coetanei, perdendo quindi il beneficio dell’apporto iodico connesso a questo alimento.

Si raccomanda che la donna in età fertile assuma una adeguata quantità di iodio attraverso il consumo di alimenti che ne sono ricchi e l’utilizzo abituale di sale iodato. Un’adeguata supplementazione a partire dal periodo preconcezionale riduce fortemente il rischio di una carenza di iodio nelle prime fasi della gravidanza.

Durante la gravidanza la tiroide materna produce una maggiore quantità di ormoni tiroidei, fondamentali per un corretto sviluppo del Sistema Nervoso Centrale del feto ed è maggiore la quantità di iodio eliminato con le urine. Una carenza nutrizionale anche solo lieve o moderata comporta un rischio elevato di ipotiroidismo neonatale, specialmente nei nati pretermine. Pertanto, in gravidanza e allattamento il fabbisogno giornaliero di iodio aumenta, passando a 250 microgrammi secondo indicazioni WHO/FAO (contro i 150 microgrammi dell’adulto). Tali livelli possono essere eventualmente raggiunti, oltre che con l’apporto alimentare, anche con l’impiego di specifici supplementi contenenti iodio, consultando sempre il proprio medico.

  • Cliccando il link è possibile scaricare gli opuscoli realizzati dal Ministero della salute per la campagna di prevenzione sulla iodoprofilassi usati come fonte - vai alla pagina
  • Cliccando il link è possibile accedere alla sezione Iodoprofilassi: Domande e Risposte della Regione del Veneto  - vai alla pagina
  • Censi S., Manso J., Barollo S.et al. Changing Dietary Habits in Veneto Region over Two Decades: Still a Long Road to Go to Reach an Iodine-Sufficient Status. DOI: 10.3390/nu12082399
  • Programma Regionale Mammepiù. Guadagnare salute in gravidanza della Regione del Veneto su cucina sana e altri stili di vita sani in gravidanza - vai alla pagina
  • Programma GenitoriPiù della Regione del Veneto per la salute dei primi 1000 giorni di vita del bambino con azioni efficaci e di provata efficacia - vai alla pagina
  • Video-pillole realizzate dal SIAN AULSS 9 su educazione alimentare - vai alla pagina
  • Indicazioni per il corretto utilizzo del sale iodato - vai alla pagina
  • World Action On Salt, Sugar and Health (WASSH) - vai alla pagina

Proponiamo alcune ricette - elaborate Dietiste del SIAN - atte a contribuire alla copertura del fabbisogno di iodio nella popolazione CLICCA QUI

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