Il concetto di sorveglianza, applicato in passato alla notifica delle malattie, è stato allargato anche alla nutrizione a partire dal 1974, quando in occasione della World Food Conference è stato introdotto per la prima volta il termine Sorveglianza Nutrizionale.
Secondo la definizione dell'OMS, la sorveglianza nutrizionale consiste nel "documentare la presenza e distribuzione in una popolazione di stati morbosi associati o mediati dalla dieta, allo scopo di stabilirne le cause, di individuarne le tendenze nel tempo, nello spazio e negli strati sociali, di predirne le modifiche, di mettere a fuoco le priorità e di consentire un preciso orientamento delle misure correttive e preventive".
Fu inizialmente concepita nell'ottica delle problematiche dei Paesi in via di sviluppo e fu quindi diretta soprattutto al controllo delle forme primarie di malnutrizione da carenza.
Più recentemente la sorveglianza nutrizionale è stata rivolta anche alla prevenzione dei problemi propri dei Paesi Occidentali, nei quali le manifestazioni patologiche derivano da eccessi e squilibri alimentari piuttosto che da carenze.
Secondo il Libro bianco sulla sicurezza alimentare, assicurare la protezione della salute pubblica non significa limitarsi alla sola sicurezza chimica, biologica e fisica degli alimenti.
Per sviluppare una politica nutrizionale completa e coerente è opportuno raccogliere dati e informazioni sull'assunzione di alimenti, abitudini dietetiche e stato nutrizionale dovrebbero essere inclusi nei sistemi nazionali e comunitari di raccolta dei dati.
L'insieme di dati che possono essere prodotti con i sistemi di sorveglianza nutrizionale e con la ricerca in ambito nutrizionale è importante per indirizzare le politiche nutrizionali e mettere a punto gli interventi correttivi di cui deve essere valutata l'efficacia e l'impatto sulla salute pubblica.
La valutazione delle abitudini alimentari della popolazione generale costituisce uno strumento fondamentale per la sorveglianza e per la pianificazione e valutazione delle azioni di prevenzione da integrare con altre importanti fonti di informazione, quali la distribuzione dei fattori di rischio e degli stili di vita, la prevalenza delle condizioni a rischio e i dati di morbosità
Link interno