Per valutare correttamente la durata di conservazione di un alimento, leggendone l'etichetta, è opportuno distinguere tra termine minimo di conservazione e data di scadenza.
Il TMC è la data entro la quale il prodotto mantiene le sue qualità specifiche in adeguate condizioni di conservazione: e in etichetta viene riportato con le diciture "da consumarsi preferibilmente entro" + "giorno e mese" per i prodotti che si conservano meno di tre mesi, "mese e anno" per i prodotti che si conservano da tre e diciotto mesi, "anno" per i prodotti che si conservano più di diciotto mesi.
La data di scadenza è invece indicata in quei prodotti rapidamente deperibili da un punto di vista microbiologico.
La conseguenza di un prolungamento della conservazione del prodotto oltre la data indicata come scadenza può avere riflessi sulla sicurezza e salubrità dello stesso. La scadenza viene riportata in etichetta con la dicitura “da consumarsi entro”.
È fondamentale inoltre seguire le indicazioni riportate in etichetta sulle modalità di conservazione: esse si riferiscono alle condizioni di conservazione che è necessario osservare affinché il prodotto alimentare mantenga le proprie caratteristiche specifiche di fragranza, aroma, sapore nonché igieniche.
Per i prodotti che devono essere conservati a temperature controllate (prodotti refrigerati o surgelati) deve essere rispettata la catena del freddo anche durante il trasporto dal luogo di acquisto fino a casa (utilizzando per esempio borse termiche).
Gli alimenti refrigerati surgelati devono essere posti rapidamente rispettivamente nel frigorifero o nel congelatore, lasciando spazi adeguati tra i prodotti per una corretta ventilazione.
Gli alimenti che non devono essere conservati a temperature controllate devono comunque essere stoccati in un luogo asciutto, pulito e al riparo dalla luce.
Quello che non si consuma subito a casa può essere congelato e conservato in freezer in una vaschetta o in un sacchetto per alimenti, possibilmente monoporzione, su cui deve essere apposta la data di congelamento.
Il congelamento non è un trattamento di bonifica dell'alimento, che quindi non deve essere scaduto e deve trovarsi in perfette condizioni igienico sanitarie.
Il congelamento porta a un rallentamento ma non a un azzeramento completo dei processi degradativi è quindi importante scrivere sulla confezione la data di congelamento del prodotto.
Inoltre va tenuto presente che, per ragioni di sicurezza alimentare, l'alimento, una volta scongelato, deve essere cotto nel più breve tempo possibile ed essere consumato entro 24 ore e non può essere nuovamente sottoposto a congelamento.
Lo scongelamento non va fatto mai a temperatura ambiente ma in frigorifero, oppure mediante immersione nell'acqua di cottura in ebollizione (vegetali) o in acqua corrente fredda (prodotti ittici in filetti).
Solo nel caso in cui l'alimento scongelato venga sottoposto a trattamento termico (cottura), esso può essere sottoposto nuovamente a congelamento.
Per svolgere correttamente la sua funzione Il freezer deve essere sempre pulito, sbrinato e non riempito eccessivamente. Inoltre la porta dell'apparecchio non va aperta troppo a lungo né più frequentemente del necessario, soprattutto nella stagione calda.
Attenzione anche allo stato della guarnizione, che se danneggiata deve essere sostituita.
Lo stesso vale per il frigorifero che deve essere sempre pulito per evitare lo sviluppo e la contaminazione degli alimenti con microrganismi psicrotrofi (che crescono a temperature di refrigerazione).
Si deve evitare che si producano sgocciolature nei cibi posti in frigo, isolando i cibi umidi in contenitori puliti.
Generalmente i prodotti cotti sono considerati dai consumatori più sicuri e più stabili di quelli crudi e per questo conservati impropriamente a temperatura ambiente con conseguente proliferazione microbica.
Inoltre, dopo la cottura l'alimento può essere contaminato dall'ambiente. È quindi fondamentale avere maggiori accortezze nel conservare i cibi cotti non destinati a un consumo immediato.
I prodotti già sottoposti a cottura, ma che non sono stati completamente consumati, sono maggiormente a rischio in quanto la loro conservabilità si riduce notevolmente e in maniera proporzionale alle manipolazioni che hanno subito e che ne possono aver provocato o incrementato la contaminazione.
La conservazione degli avanzi deve quindi essere molto breve e molta attenzione deve essere posta al loro rinvenimento mediante ulteriore cottura.