Insorgenza disturbi sospetti dopo l'ingestione
Se, dopo l'ingestione di funghi, insorgono dei disturbi sospetti quali sindrome gastroenterica e vomito e diarrea, anche dopo 24 ore: recarsi subito in pronto soccorso e portare con sé tutti gli avanzi dei funghi (cotti, crudi, resti di pulizia). Se altre persone hanno consumato gli stessi funghi, contattarli immediatamente e inviarli al pronto soccorso.
I sintomi compaiono da 30 minuti a 6 ore dall'ingestione di funghi tossici e si risolvono in circa 24 ore. Il rischio per la vita è basso.
I sintomi delle sindromi a breve latenza durano dalle 6 alle 24 ore e, se non gravi, regrediscono con il solo uso di farmaci sintomatici.
È la più frequente. Molti funghi ne possono essere la causa (soprattutto Entoloma lividum, Russula emetica, Boletus satanas, ecc) e i principi attivi responsabili sono molteplici e non sempre noti.
I sintomi compaiono già al termine del pasto o entro 3-4 ore e sono proporzionali alla quantità di funghi ingerita. Il vomito, la diarrea e i dolori addominali regrediscono spontaneamente in 24-48 ore, ma spesso necessitano di una reintegrazione delle perdite idriche.
È data soprattutto da Amanita muscaria e Amanita pantherina. In rapporto alla quantità di tossine ingerite (acido ibotenico, muscimolo e muscazone) si ha un quadro clinico che va dal capogiro, barcollamento, euforia, tremori, stato confusionale, sino alle crisi convulsive accompagnate da allucinazioni e sopore.
È dovuta alla muscarina (isolata dall'Amanita muscaria ma presente in maggior quantità in Clitocybe e Inocybe) ed è caratterizzata da un quadro clinico, che compare 15-60 minuti dopo l'ingestione, con cefalea e dolori addominali, ipersalivazione, intensa sudorazione, lacrimazione, tremori, bradicardia. La terapia prevede, oltre alla decontaminazione gastrica, l'uso di atropina.
I funghi responsabili della sindrome appartengono ai generi Psilocybe, Panaeolus, Stopharia.
La sintomatologia insorge entro 1 ora dall'ingestione ed è caratterizzata da disturbi della visione, distorsione della percezione dei colori e delle forme, disorientamento, agitazione, aggressività.
È determinata da una tossina prodotta da Coprinus atramentarius che interagisce con l'etanolo ed è caratterizzata da vasodilatazione cutanea, ipotensione, tachicardia, cefalea. Il trattamento è sintomatico.
Provocano una più alta incidenza di mortalità e sono intossicazioni che possono manifestarsi con una sindrome tardiva, maggiore alle 6 ore (8-12 ore).
I sintomi inizialmente possono mimare una gastroenterite di tipo influenzale, tanto che il paziente e lo stesso medico curante possono sottovalutare il rischio e l'ospedalizzazione può avvenire tardivamente.
La tossicità è legata alla presenza di amatotossine. Sono sufficienti 20 g pari anche a un solo cappello per determinare gravi intossicazioni. I sintomi sono caratterizzati da frequenti episodi di vomito e diarrea che portano a disidratazione e squilibri elettrolitici.
L'organo bersaglio è il fegato con il blocco della sintesi delle proteine e conseguente morte cellulare. Il danno può richiedere il trapianto o essere mortale. Tutte le gastroenteriti che compaiono dopo ingestione di funghi, con una latenza superiore alle 6 ore, devono essere trattate il più precocemente possibile con la decontaminazione (lavanda gastrica, carbone a dosi ripetute) e con l'infusione di liquidi, poiché il trattamento è tanto più efficace quanto è precoce.
È determinata dal genere Cortinarius orellanus e speciosissimus, può non dare manifestazioni gastroenteriche, ma già dopo 36 ore (a volte con intervalli di giorni o settimane), compaiono dolori muscolari, cefalea, brividi, inappetenza, seguiti da riduzione della quantità di urina.
L'evoluzione verso un'insufficienza renale è possibile e spesso irreversibile. Per questo tipo di intossicazione l'unica terapia a disposizione è la dialisi, di supporto durante il periodo di sofferenza renale; nel caso di insufficienza renale irreversibile è previsto il trapianto di rene.
Si caratterizza per la comparsa, dopo ingestioni ripetute e di notevole quantità, di sonnolenza, contratture muscolari, anemia emolitica, danno al fegato e ai reni.
Non esiste un antidoto in grado di combattere l'azione tossica dei funghi velenosi, ma è necessario allontanare le tossine dall'organismo il più rapidamente possibile. Il latte non è un antidoto e non bisogna comunque cercare di curarsi da soli, bensì recarsi subito in pronto soccorso.
La terapia consiste in:
Opuscolo per informare il cittadino, il consumatore sui pericoli che specie di funghi tossici, velenosi o mortali possono arrecare. Raccogliere e consumare i funghi sì, ma con cautela e con la richiesta di consulenza micologica presso l'Ispettorato micologico delle ASL.
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